LaRecherche.it

« indietro :: torna al testo senza commentare

Scrivi un commento al testo di Lorenzo Roberto Quaglia
Il silenzio dei moderati

- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento; il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente, potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso, all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ]. Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]
Ormai ci siamo quasi abituati, ma c’è stato un tempo in cui le uniche urla che si sentivano in TV erano quelle di Tarzan e della simpatica Cita. Ora invece un programma televisivo ha successo solo se gli ospiti presenti si insultano a vicenda e urlano a squarciagola le proprie presunte ragioni. Così milioni di italiani possono tifare in diretta per la propria fazione, scelta davanti al video in quell’istante, senza un particolare motivo, facendo nel contempo salire l’audience e gli introiti pubblicitari della rete.

È un modo surrettizio per far credere allo spettatore di essere parte del programma, di fargli scaricare le proprie frustazioni dal personaggio che in quel momento è in video a lanciare grida all’indirizzo della parte avversa.

Oggi sembra impossibile raggiungere l’obiettivo di incrementare i guadagni e sostenere quindi lo star system senza portare all’esasperazione i protagonisti di un talk show.

Questo modello, partito dai programmi di intrattenimento, a largo ascolto, si è esteso nel tempo anche ad altri programmi del palinsesto, meno seguiti, come ad esempio i talk ad argomento politico. Le vecchie tribune hanno lasciato spazio a programmi di intrattenimento con ospiti politici che sempre di più hanno incominciato a comportarsi come attori, comici, macchiette, gente di spettacolo.

Da tempo ormai assistiamo, da parte degli stessi leader di partito, all’adozione di forme sempre più estreme di manifestazione del pensiero, che non viene più declamato nei comizi, o dalle pagine dei giornali, ma urlato attraverso i canali TV e i moderni social media.

E in questi ultimi anni siamo arrivati alla chiusura del cerchio, con un comico di nascita che ha dato vita ad un movimento politico e si è candidato alla guida del Paese urlando al pubblico il proprio pensiero attraverso un blog.

Questo modo di comunicare ha permesso anche a personaggi non estremamente dotati di idee brillanti e di una prosa adeguata, di urlare a squarciagola quello che passava loro nella mente, senza apparentemente mostrare che il pensiero espresso fosse stato prima meditato ed elaborato, con il risultato di abbassare di molto il livello qualitativo della discussione politica.

Le conseguenze: potenzialmente pericolose, nella misura in cui gruppi di perone possono legittimamente credere a quanto loro urlato in faccia ogni giorno, mentre perdura il silenzio dei moderati, di coloro che non si riconoscono in questo sistema, ma per mille ragioni non intendono utilizzare il medesimo canale espressivo degli urlatori.

Arriverà però un giorno che i moderati di questo Paese dovranno ribellarsi, e dire basta a questo modo di gestire la comunicazione e la politica. Se non lo faranno, diventeranno complici dell’inesorabile disfacimento della società, perché ad avere l’ultima parola sarà sempre colui che urla di più, e non colui che pensa e ragiona meglio, e lo sa dimostrare con i fatti.

In fondo, se ci pensiamo bene, basta un dito per cambiare canale e far tacere l’urlatore.

Nessun commento

Leggi l'informativa riguardo al trattamento dei dati personali
(D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196 e succ. mod.) »
Acconsento Non acconsento
Se ti autentichi il nominativo e la posta elettronica vengono inseriti in automatico.
Nominativo (obbligatorio):
Posta elettronica (obbligatoria):
Inserendo la tua posta elettronica verrà data la possibilità all'autore del testo commentato di risponderti.

Ogni commento ritenuto offensivo e, in ogni caso, lesivo della dignità dell'autore del testo commentato, a insindacabile giudizio de LaRecherche.it, sarà tolto dalla pubblicazione, senza l'obbligo di questa di darne comunicazione al commentatore. Gli autori possono richiedere che un commento venga rimosso, ma tale richiesta non implica la rimozione del commento, il quale potrà essere anche negativo ma non dovrà entrare nella sfera privata della vita dell'autore, commenti che usano parolacce in modo offensivo saranno tolti dalla pubblicazione. Il Moderatore de LaRecehrche.it controlla i commenti, ma essendo molti qualcuno può sfuggire, si richiede pertanto la collaborazione di tutti per una eventuale segnalazione (moderatore@larecherche.it).
Il tuo indirizzo Ip sarà memorizzato, in caso di utilizzo indebito di questo servizio potrà essere messo a disposizione dell'autorità giudiziaria.